Chi approda nella Côte d'Or, quella stretta lingua di terra lunga solo 50 km a sud di Digione, stesa a ridosso delle colline a vigneti, si trova immediatamente immerso in un’atmosfera unica. Il territorio, da attraversare a piedi o in bicicletta lungo un intreccio di strade e sentieri, è disegnato dalle linee ondulate dei saliscendi, punteggiato da edifici storici in pietra calcarea, antiche cantine, villaggi raccolti attorno a una piazza, hotel particulier dei mercanti di vino del XVIII e XIX secolo, in una successione infinita di piccoli appezzamenti di viti curate come bonsai.
Qui, si viene proiettati all’indietro nel tempo a ripercorrere la storia della zona vinicola più famosa della Borgogna, il cui nome dalle tonalità dorate è in realtà l'abbreviazione di Côte d'Orient, cioè Costa Orientale, dove si producono vini di altissima qualità da uve Chardonnay e Pinot Nero. Una terra che ha visto per primi i Celti praticare la viticoltura, poi, nel Medioevo, i monaci cistercensi della potente Abbaye de Cluny: un’attività che è arrivata sino ai nostri giorni forte del savoir faire dei tanti singoli viticultori, lontana dalle regole della produzione industriale dei grandi domaine. Un savoir faire unico, una sociocultura frutto di una tradizione familiare secolare, premiata da riconoscimenti internazionali, che attira visitatori e cultori del vino da tutto il mondo.
Puligny-Montrachet, dove sorge Le Montrachet, il primo hotel in Francia di COMO Hotels and Resorts, non fa eccezione, ne è l’esempio più tipico: il paese gravita sulla piazza centrale ed è abbracciato dai vigneti dove nasce il prestigioso Grand Cru di Montrachet, nome che significa, in francese antico, ‘montagna calva’ con un rimando alla povertà del suolo della zona, di pietre e argilla.
L’intervento di Paola Navone Otto Studio nel ridisegnare spazi e interni dell’hotel diffuso, che occupa ben 3/4 della piazza principale, è stato guidato dall’idea di offrire agli ospiti quell’esperienza di ospitalità di alto livello che contraddistingue il marchio COMO, restando fedele allo spirito del luogo, filtrandolo con un approccio contemporaneo.
Il progetto si innesta su quattro architetture preesistenti, affacciate proprio sulla Place des Marinerò con la Mairie locale, che accolgono l’edificio principale con gli spazi comuni, il vicino ristorante gourmet con il bar à vin, La Residence e Villa Christine per un totale di 31 camere, suites comprese. Filo conduttore dell’intervento dello studio milanese, il concept di tradurre al meglio l’esprit du lieu, riallacciando e rivisitando la tradizione d’interni francese. grazie a una scelta accurata di materiali, tecniche di lavorazione e rivestimenti. Tante le citazioni artigianali e i ganci culturali che si ritrovano nel progetto: dalla Toile de Jouy, un tessuto appartenente al repertorio classico della Francia del Settecento rilanciato oggi nelle collezioni di alta moda, che caratterizza le camere allo zinco, tipico dei tetti francesi, impiegato per il banco del bar, dal salice intrecciato caro alla tradizione borgognona, che veste la parete del ristorante, alle terracotte smaltate usate per i rivestimenti.
Ogni edificio, con arredi tutti su disegno, è contraddistinto da una palette particolare: quello principale con la reception e le zone comuni accoglie una tavolozza di bianco, grigio, verde e salvia che riecheggia i toni della campagna circostante.
Il padiglione con il ristorante gourmet, con un’altezza che sfiora i 10 metri, presenta invece un gioco sofisticato di bianchi e neri e un’inedita struttura in salice intrecciato, proveniente dalla potatura degli alberi, che riveste l’intera parete. Il rimando è a una cesta avvolgente, versione oversize dei tanti canestri che si trovano in Borgogna, illuminata da sfere-luna fuori scala con un diametro di 2 metri.
I toni dei verdi e del blu identificano le camere de La Residence, mentre diverse gradazioni di grigi contraddistinguono gli interni di Villa Christine, con due suite, un appartamento con un piacevole jardin d’hiver e oltre due camere.
Charme francese reloaded, con alcuni guizzi creativi a sorpresa come è nel DNA di Paola Navone Otto Studio.
Come step futuri si prevede di dotare Le Montrachet della COMO Shambhala Retreat, la prima Spa del genere in Francia, ma ormai un must per tutti gli hotel COMO, e di una pool nella grande area a verde su cui affaccia il ristorante. Per un benessere a 360°.